Salta al contenuto

Contenuto

A 81 anni compiuti, Carla Baraldi è nuovamente salita su un aereo con una valigia leggera e il cuore, come per tutta la sua vita, carico di solidarietà. È ripartita per il Benin, dove da decenni porta avanti la sua missione tra i più fragili: neonati malnutriti, orfani abbandonati, donne dimenticate, comunità escluse dallo sviluppo. Perché per Carla, nativa di Tramuschio di Mirandola e missionaria laica dal cuore libero, il mettersi a disposizione degli altri non è mai stato un problema, ma anzi un fedele compagno di viaggio.


Nata nel 1944, figlia dello storico oste Alfredo Baraldi e sorella di Bruno, Carla ha vissuto fino a trent’anni nella sua Tramuschio, coltivando una fede profonda e una vocazione che non l’ha mai abbandonata. Nel 1970, dopo una formazione missionaria laica, parte per la sua prima destinazione: il Camerun. Inizia lì la sua lunga avventura nel continente africano, tra villaggi, dispensari e attività di prevenzione sanitaria, lavorando fianco a fianco con sacerdoti e altri volontari.


Nel 1988 si trasferisce in Benin, dove oggi è riconosciuta come un punto di riferimento umano e spirituale. Per 12 anni opera nel sud del Paese, zona prevalentemente cattolica e più sviluppata, prima di compiere una scelta coraggiosa: trasferirsi nel nord musulmano (aPèrèrè, città situata nel dipartimento di Borgou), in un’area segnata da miseria estrema, isolamento e credenze tribali ancora radicate. È lì che Carla trova la sua vera missione: accogliere neonati orfani, spesso abbandonati dopo la morte della madre durante il parto. In molte famiglie, per ignoranza o mancanza di risorse, il latte materno viene sostituito con latte di mucca, provocando gravi episodi di dissenteria e malnutrizione. In altri casi, i bambini vengono considerati “colpevoli” della morte della madre e rifiutati. Con amore e determinazione, Carla li salva, li accoglie, li svezza e li cura, restituendoli alla vita.


Non una dottrina, bensì un cammino vissuto ogni giorno, tra mille difficoltà. «Curare non basta – racconta – bisogna prevenire, educare, capire i bisogni e rispettare le culture. Ma anche combattere certe credenze che condannano le donne e soprattutto i piccoli non appena venuti al mondo.»

La forza di Carla risiede anche nella capacità di trovare il proprio spazio in una società complessa e arretrata, nella quale è riuscita a farsi riconoscere, stimare e ascoltare, senza mai rinunciare alla propria indipendenza. Una donna libera, che ha scelto di restare dove il bisogno è maggiore. Tra gli aneddoti che racconta con il sorriso, uno riguarda la passione degli africani per gli spaghetti: «Li adorano, ma li cucinano in modo tutto loro… spesso li servono freddi o addirittura nell'insalata!». Piccoli segni di un’umanità condivisa, che supera le differenze e si nutre di rispetto reciproco.

Carla torna nella sua Italia solo per brevi periodi, per incontrare amici, benefattori e comunità che le vogliono bene e da anni la sostengono. Il suo legame con Mirandola resta forte: la casa di famiglia, vicino alla chiesa di Tramuschio, resta un punto d’approdo temporaneo, un luogo del cuore nel quale rinsaldare un patto con le origini e dedicarsi – cosa che più ha fatto per tutta la sua vita – alle amicizie e agli affetti.


Carla Baraldi ha trascorso oltre 48 anni in missione, tra Camerun e Benin, salvando centinaia di vite, solo con la forza di una fede profonda e di un amore totale per il prossimo, soprattutto per chi non ha gli strumenti per potersi salvare da solo. Oggi, come ieri, continua la sua opera silenziosa e instancabile, dimostrando che la solidarietà non ha bandiera e che la speranza si costruisce giorno dopo giorno. «Tutto quello che faccio, lo faccio per preparare queste piccole creature alla vita. Non perché debbano andarsene dal Benin, ma perché imparino a restare e a costruire un domani migliore, qui. Per loro, e per tutta la loro comunità.»

Una donna instancabile, che ha fatto della missione una forma di vita e della fede un impegno concreto. E che, anche a 81 anni, continua a dare, senza mai chiedere nulla in cambio.

A cura di

Questa pagina è gestita da

Gestione della comunicazione istituzionale, comunicati e note stampa; gestione della sezione “novità” del portale istituzionale e canali social dell’Ente.

Via Giolitti, 22

41037 Mirandola

Ultimo aggiornamento: 20-10-2025, 12:11