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Simone Catellani nasce a Mirandola il 4 settembre 1979, secondogenito di Ottavio Catellani e Luciana Cattabriga. Fin dalla nascita ha dovuto convivere con una grave e rara patologia, la Sindrome di Crigler-Najjar, una malattia del metabolismo della bilirubina, che ha pesantemente condizionato la sua vita e quella della sua famiglia, con il padre e la madre impegnati a girare diversi ospedali del Nord Italia in cerca di cure e terapie. A casa, fin da neonato, Simone era sottoposto ogni notte a lunghi trattamenti di fototerapia.

Simone ha vissuto tutta la sua vita a San Giacomo Roncole, dove ha frequentato la scuola materna e le elementari. Un bambino sveglio e vivace, pieno di iniziative e di sogni, appassionato di calcio e tifoso del Milan. Gli amici della compagnia di San Giacomo Roncole erano un punto di riferimento importante per lui, e ancora si ricordano i lunghi giri in bicicletta per le campagne, le partite di calcio fino al tramonto nel campetto parrocchiale e nell’altro campo di via Morandi, accanto al parco che ci si augura porterà presto il suo nome.

All’età di 17 anni Simone subì il trapianto di fegato all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna: l'operazione riuscì perfettamente. Uscito dalle Scuole Superiori, Simone è stato assunto alla Gambro-Dasco, un’importante azienda biomedicale del territorio. Frequentava gli amici di sempre e compagnie nuove, viveva una vita normale, sapeva ridere della sua “sbadataggine” e si faceva volere bene. Tutti lo ricordano con affetto, e ricordano le sue risate, il suo coraggio e il suo altruismo. Nel tempo libero, era uno zio giocherellone per le sue nipotine, e quando poteva si dedicava a un po’ di volontariato in parrocchia con il banco alimentare. Tuttavia, qualche anno dopo, la sua pelle ha lentamente cominciato a riprendere il colore di prima, con sua grande sofferenza. Non ha mai perso la voglia di lottare, nonostante vedesse davanti a sé una strada in salita.

Col tempo, le sue condizioni cliniche si sono aggravate. Ricoverato d’urgenza al Policlinico di Modena nel novembre 2013, ormai fortemente debilitato, ha continuato a lottare strenuamente contro la malattia, fra momenti di speranza e momenti di sconforto, cercando però sempre di dare ai genitori, al fratello, ai parenti e agli amici, che gli stavano accanto in presenza o con messaggi e preghiere, un esempio di forza interiore. A chi gli chiedeva, entrando nella sua stanza, come stesse, rispondeva invariabilmente, con un fil di voce, con un disarmante “Bene”. L’ipotesi di guarigione, legata ormai all’unica possibilità di un secondo trapianto di fegato, è sfumata a causa di un batterio particolarmente resistente, che ha reso l’operazione non praticabile.

Infine, la notte del 3 marzo 2014, dopo alcuni giorni di terapia intensiva, Simone ci ha lasciati.

Lascia in chi lo ha conosciuto il ricordo di una croce portata con coraggio e a testa alta. Tanti suoi amici d’infanzia, pur sapendo che fosse malato, non hanno mai saputo il nome della sua patologia. A dimostrazione di quanto profondo sia il segno lasciato da Simone nella comunità sangiacomese, nel 2016 è stata costituita un’Associazione di Promozione Sociale che ne porta il nome, e che oggi vede regolarmente impegnate diverse decine di persone in attività di promozione dei sani stili di vita, di rispetto della natura e del decoro urbano, di impegno civico e solidarietà. Per tutti questi motivi, si ritiene Simone Catellani meritevole di essere ricordato in un luogo che parli di comunità, di bellezza, di gioia di stare insieme e di vivere il proprio piccolo paese, di pace.

Per tali ragioni si è scelto di dedicargli il riqualificato parco di Via Morandi, a San Giacomo Roncole.

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Ultimo aggiornamento: 30-01-2024, 11:56